Passa ai contenuti principali

Fichte

Johann Gottlieb Fichte è stato un filosofo tedesco, continuatore del pensiero di Kant e iniziatore dell'idealismo tedesco. 

Fichte dice che l'uomo non potrà mai raggiungere la perfezione. L'azione dell'uomo consiste in un continuo superamento degli ostacoli, l'IO che deve superare il NON-IO. NOn raggiungerà mai la perfezione, ma dovrà raggiungere una meta ossia quella di avvicinarsi alla perfezione.

La filosofia politica di Fichte nasce nel segno del giusnaturalismo e del contrattualismo. Lo scopo dello Stato è quello di educare tutti gli uomini alla libertà, realizzando una "società perfetta" nel senso di essere formata da uomini "liberi e ragionevoli" tanto da non aver più bisogno di essere governati.


Commenti

Post popolari in questo blog

Nietzsche

 VITA Nacque a Rocken il 15 ottobre 1844 e modificò l’interpretazione aristotelica e classica della tragedia. Ricoeur ha posto Nietzsche (con Marx e Freud) tra i “filosofi del sospetto”, poiché ha messo in dubbio le certezze condivise della maggior parte degli uomini. Per quanto tale aspetto negativo e critico sia uno dei tratti più evidenti del pensiero nietzschiano, tuttavia esso è la premessa di un messaggio dal contenuto nuovo e positivo, consistente nell’annuncio dell’oltre - uomo, vale a dire un uomo nuovo, restituito alla terra e alla vita, alla propria libertà e individualità. PENSIERO Il pensiero di Nietzsche si traduce in una distruzione programmatica delle certezze del passato, che mette capo alla delineazione di un nuovo tipo di umanità: il superuomo. Da ciò deriva il carattere positive della filosofia nietzschiana. Si possono riscontrare diversi tipi di stile per ogni periodo dei suoi scritti: negli scritti giovanili è ancora legato alla forma del saggio e del trattato...

Shopenauer

 ritiene che la sua filosofia sia l'integrazione di quella kantiana; egli vede la via d'accesso al noumeno che Kant aveva precluso. Non potremmo uscire dal mondo fenomenico, se fossimo soltanto "una testa d'angelo alata senza corpo", ma essendo sia rappresentazione sia corpo non ci vediamo solo dal di fuori, ma anche dal di dentro. In questo modo ci si rende conto che la cosa in sé di noi stessi è la volontà di vivere. Più che conoscenza e intelletto, noi siamo, per Schopenhauer, vita e volontà di vivere, cioè un impulso irresistibile che ci spinge ad esistere e ad agire, e il nostro corpo è la manifestazione esteriore dei nostri desideri interiori, l'apparato digerente è la manifestazione della volontà di nutrirsi. Il titolo della sua opera maggiore, deriva proprio dal fatto che il mondo fenomenico è il modo in cui la volontà si rende visibile. Per analogia, la volontà di vivere è l'essenza di tutte le cose, la cosa in sé dell'universo, poiché questa ...

Fenomenologia dello Spirito

  La fenomenologia dello spirito Hegel ha considerato la fenomenologia come un’opera propedeutica a tutta la filosofia. Ma c’è un equivoco, un duplice andamento della fenomenologia: 1) movimento della coscienza che ripercorre le tappe raggiunte dallo spirito; 2) divenire dello spirito all’interno della storia. La fenomenologia è la storia romanzata della coscienza che esce dalla sua individualità e raggiunge l’universalità. Quindi l’intero ciclo della fenomenologia si può vedere riassunto in una delle sue figure particolari: la coscienza felice, la quale non sa di essere tutta la realtà, e si ritrova divisa in differenze, opposizioni dai quali esce solo arrivando alla coscienza di essere tutto. La prima parte della Fenomenologia dello spirito si divide in tre momenti: 1) coscienza (tesi): attenzione verso l’oggetto; 2) autocoscienza (antitesi): attenzione verso il soggetto; 3) ragione (sintesi): unità profonda tra soggetto e oggetto.