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Kierkegaard

 INTRODUZIONE 

Il filosofo Kierkegaard è difficile da esporre sistematicamente. Per introdurre possiamo dire che se Marx e prima la sinistra hegeliana hanno rappresentato una reazione ad Hegel in nome delle esigenze dell’uomo concreto, reale, non la pura astrazione, Kierkegaard rappresenta una reazione ad Hegel in nome di uomo singolo, che coglie il suo essere contingente, precario e riscatta la sua precarietà con la fede in Dio.

ESISTENZIALISMO

L’esistenzialismo (nel 900) venne ripreso da lui; l’esistenzialismo ha come slogan “l’esistenza precede l’essenza”. Questo sottolinea la specificità dell’uomo rispetto all’animale → l’animale è determinato dalla sua essenza e quindi l’essenza precede la sua esistenza e invece tipico dell’uomo è la scelta e perciò l’uomo esistente decide cosa essere. Quindi l’uomo è libero, il regno dell’uomo è la scelta e quindi l’esistenza precede l’essenza nell’uomo.


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Shopenauer

 ritiene che la sua filosofia sia l'integrazione di quella kantiana; egli vede la via d'accesso al noumeno che Kant aveva precluso. Non potremmo uscire dal mondo fenomenico, se fossimo soltanto "una testa d'angelo alata senza corpo", ma essendo sia rappresentazione sia corpo non ci vediamo solo dal di fuori, ma anche dal di dentro. In questo modo ci si rende conto che la cosa in sé di noi stessi è la volontà di vivere. Più che conoscenza e intelletto, noi siamo, per Schopenhauer, vita e volontà di vivere, cioè un impulso irresistibile che ci spinge ad esistere e ad agire, e il nostro corpo è la manifestazione esteriore dei nostri desideri interiori, l'apparato digerente è la manifestazione della volontà di nutrirsi. Il titolo della sua opera maggiore, deriva proprio dal fatto che il mondo fenomenico è il modo in cui la volontà si rende visibile. Per analogia, la volontà di vivere è l'essenza di tutte le cose, la cosa in sé dell'universo, poiché questa

Fenomenologia dello Spirito

  La fenomenologia dello spirito Hegel ha considerato la fenomenologia come un’opera propedeutica a tutta la filosofia. Ma c’è un equivoco, un duplice andamento della fenomenologia: 1) movimento della coscienza che ripercorre le tappe raggiunte dallo spirito; 2) divenire dello spirito all’interno della storia. La fenomenologia è la storia romanzata della coscienza che esce dalla sua individualità e raggiunge l’universalità. Quindi l’intero ciclo della fenomenologia si può vedere riassunto in una delle sue figure particolari: la coscienza felice, la quale non sa di essere tutta la realtà, e si ritrova divisa in differenze, opposizioni dai quali esce solo arrivando alla coscienza di essere tutto. La prima parte della Fenomenologia dello spirito si divide in tre momenti: 1) coscienza (tesi): attenzione verso l’oggetto; 2) autocoscienza (antitesi): attenzione verso il soggetto; 3) ragione (sintesi): unità profonda tra soggetto e oggetto.

IDEALISMO

  L'idealismo, in filosofia, è una visione del mondo che riconduce totalmente l'essere al pensiero, negando esistenza autonoma alla realtà, ritenuta il riflesso di un'attività interna al soggetto.   STORIA L'uso filosofico del termine idealismo si affermò, nel corso del Settecento, per indicare quelle filosofie che ‒ partendo da una certa concezione della conoscenza ‒ erano giunte a ritenere dubbia o inesistente la realtà esterna. Da Cartesio in avanti si era infatti affermata la tesi secondo cui gli uomini conoscono soltanto le idee, ossia le rappresentazioni mentali delle cose. Quando osserviamo un albero, nella nostra mente si forma la rappresentazione dell'albero, ossia la sua idea: ed è con questa che abbiamo a che fare, non con l'albero in sé stesso, che è irrimediabilmente fuori di noi. Ma se ciò è vero, la realtà del mondo esterno diventa dubbia: se la nostra conoscenza è fatta solo di rappresentazioni mentali, chi ci garantisce che a esse corrisponda, f